ASUS MG24UQ in test
Colour banding
Come primo test abbiamo verificato la presenza del classico fenomeno del colour banding, ovvero delle bande di colore sulle sfumature, con diverse tonalità. Discreto è il comportamento dell'ASUS che gode di un pannello PLS da 8-bit.
Uniformità
Suddividendo lo schermo in nove rettangoli, abbiamo misurato con il colorimetro l’uniformità della luminosità e dei colori. La differenza massima registrata è risultata pari all’11%, con una media del 4,9%, per quanto riguarda la luminosità, mentre per il colore, il Delta-E maggiore è stato di 2,2, con una media dell’1,4.
Abbiamo inoltre catturato due immagini con una schermata nera al buio con diverso tempo di esposizione della fotocamera. L’immagine di sinistra riporta la situazione più simile riscontrabile a occhio nudo, mentre quella di destra ha una sensibilità maggiore alla luminosità. Si ricorda che questo test è fortemente dipendente dal singolo esemplare.
È uno dei migliori risultati che abbiamo mai registrato. L'angolo che mostra qualche difficoltà in più è quello in alto a sinistra, ma non al punto da infastidire durante l'uso anche in condizioni particolari.
Angoli di visione
In questo test andiamo a valutare la deviazione colorimetrica all’aumentare dell’angolo di visione per i quattro lati. In questo test prevalgono in genere i display a matrice IPS / PLS / AHVA; seguono i VA e infine i TN. Trattandosi di un pannello PLS, i risultati sono molto buoni e in linea con la tipologia del modello.
Essendo una versione cosiddetta IPS-type, non è immune al fenomeno definito IPS-glow, ovvero al bagliore che si manifesta all'aumentare dell'angolo di visione su tonalità molto scure.
Reattività
Per testarne la reattività abbiamo utilizzato il tool presente su TestUfo.com. Per i vari setting dell’overdrive disponibili nell’ASUS MG24UQ, sono state catturare dieci foto con la fotocamera impostata con ISO 3200 e tempo di esposizione di 1/500 sec, e ne abbiamo riportato il risultato medio. Le immagini sono riportate in ordine con l'ovedrive impostato a 0, 20, 40, 60, 80 e 100.
Questo test permette facilmente di valutare la transizione tra l’effetto ghot e il reverse ghost; quest’ultimo tende a verificarsi quando l’azione elettronica dell’overdrive genera un picco di segnale più o meno marcato. Il setting TraceFree di default è 60, ma già dal valore di 40 si comincia a notare una scia più scura. Ovviamente in ambiente gaming questo effetto sarà molto meno visibile. Dato che risulta piuttosto difficile riproporre in foto l’impressione che si ha di persona, precisiamo che non si evidenzia una reale miglioria all’aumentare del valore dell’overdrive, anzi, il reverse ghost diventa sempre più presente. Senza apparecchiature specifiche risulta impossibile restituire dei dati oggettivi, ma la definizione dell’oggetto in movimento non cambia quasi per nulla tra il valore 20 e 100. Per tali ragioni riteniamo che i valori 20 e 40 siano quelli che restituiscono il bilanciamento migliore.
Abbiamo misurato anche il tempo di lag rispetto al monitor AOC q2963Pm e, nella media dei risultati, l’ASUS ha mostrato un ritardo di circa 32 ms. Questo dato, che di primo impatto potrebbe far pensare a un monitor lento (sono circa due frame), deve essere preso con le pinze. I due monitor devono essere settati in modo da avere la stessa risoluzione, ma è evidente che l’AOC non può raggiungere il 4K e abbiamo quindi provato sia con la risoluzione 2560x1080 (nativa per l’AOC) che in Full HD. Il lag rilevato sull’ASUS è rimasto immutato e nella media del tempo indicato.